Testo che ha accompagnato la grafica d’arte donata ai diciottenni insieme alla bandiera e alla Costituzione Italiana nel corso della manifestazione del 2 giugno.

 

La grafica d’arte per la Festa della Repubblica dei diciottenni del 2018 è opera della pittrice ed incisore Erica Forneris, già nota a Somma perché ha partecipato nel 2009 al Concorso “Dal Borgo Antico alla Città Moderna” con un’opera premiata per essere poi utilizzata nel maggio del 2010 per celebrare il centenario del primo volo del Caproni CA 1 a Cascina Malpensa. La grafica d’arte donata nel 2018 è dedicata a Ermes Ignazio Visconti (1784-1841), un grande sommese di cui gli abitanti della sua città sanno ben poco. Era il Marchese di San Vito per diritto perché primogenito. Ha però ceduto il titolo al fratello Giuseppe per potersi dedicare a tempo pieno agli studi filosofici e letterari come cofondatore del Romanticismo Lombardo, nel contesto di quello europeo, insieme a uomini di cultura, sia italiani (come Alessandro Manzoni e Antonio Rosmini per fare solo due nomi), sia stranieri (come Fauriel, Stendhal e Goethe). Nella stampa son ritratti con Ermes Visconti i sui due amici Manzoni e Rosmini con i quali si è incontrato più volte a Somma e a Crenna di Gallarate, nei castelli dei Visconti di San Vito, per parlare di arte in sodale amicizia. Un’amicizia legata ai rapporti tra le famiglie dei due ragazzi Ermes e Alessandro e all’iscrizione alla stessa scuola dei Chierici Somaschi di Merate, un collegio con bravi insegnanti, ma con regole disciplinari rigide, paragonabili a quelle di un convento di clausura. E lo riconferma Ermes quando riceve dall’amico poeta i manoscritti delle prime due versioni de “I Promessi Sposi” (“Fermo e Lucia” e “Gli Sposi Promessi”). Quando infatti trova descritta in essi la rigida disciplina riservata alle giovani educande del monastero di Monza, scrive a matita in calce ad una pagina del manoscritto, già corretta a penna: Merate! Merate! In quante maniere tu guasti l’intelletto dei poveri tuoi ospiti per forza. Il terzo personaggio ritratto, conosciuto da Ermes in casa Manzoni e partecipe agli incontri nei castelli viscontei, è l’abate Antonio Rosmini, uomo di cultura poliedrica, filosofo e teologo con idee troppo moderne per quei tempi, tanto da essere considerato quasi eretico (ma nel 2000 è stato elevato all’onore degli altari!). Sui fogli e sui volumi presenti nella grafica d’arte sono citati i titoli di alcuni importanti scritti del filosofo e letterato Ermes Visconti; e giustamente è messa in evidenza il Conciliatore, la rivista del Romanticismo Lombardo, di cui la polizia austriaca ha soppresso la pubblicazione dopo pochi anni di vita. L’artista ha inserito anche dei fogli bianchi per dirci quello che è successo ad Ermes negli ultimi anni della sua vita: si è isolato dal mondo culturale laico e si è dedicato a pratiche religiose e di assistenza ai bisognosi. Si dice che avesse distrutto i manoscritti laici che aveva in programma di pubblicare, ha sicuramente scritto ai suoi amici stranieri di non pubblicare i manoscritti a loro inviati. Nel 1841 è morto nel suo castello di Crenna. Come da lui richiesto nel testamento, è stato sepolto in una tomba popolare (come quella dei lavoratori delle sue terre) nel cimitero comunale, un tumulo di terra con sopra “una croce di ferro verniciato col nome e colle parole pregate per l’anima di un vostro fratello in Gesù Cristo”. Il vecchio cimitero di Crenna è stato chiuso per le tumulazioni nel 1908, ed è esistito fino a circa il 1955, quando fu disfatto per la costruzione di un condominio.

Non si è potuto dire tutto quello che si sa di Ermes Visconti in una sola pagina. Siccome oltre le cose già conosciute ma non dette, vi sono certamente delle cose non conosciute, vale la pena di cercarle per parlarne. E lo si sta già facendo!

 

Ermes Ignazio, marchese per diritto, cede il titolo al fratello per potersi dedicare agli studi filosofici e letterari

ROMANTICISMO LOMBARDO

Collabora con uomini di cultura, sia italiani (Alessandro Manzoni e Antonio Rosmini per fare solo due nomi), sia stranieri (come Fauriel, Stendhal e Goethe)

 

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