Il discorso del sindaco Stefano Bellaria in occasione della festa della Liberazione 2021

 

Care Sommesi, cari Sommesi, anche quest’anno siamo costretti a celebrare in modo anomalo l’anniversario della Liberazione nazionale: senza partecipazione di popolo, e con una limitata, ma significativa, presenza delle rappresentanze d’arma, delle associazioni, degli operatori socio sanitari.
A loro va il nostro sentito grazie per l’abnegazione con cui stanno affrontando questa nuova “Lotta per la libertà”.
Lo sforzo che l’intera umanità sta compiendo per vincere questa estrema sfida, ci ricorda che la libertà, personale e collettiva, è un bene inestimabile da conquistare, da difendere e da preservare costantemente, oggi come nel 1945.
Il 25 Aprile, data che oggi celebriamo, rappresentò il culmine di un movimento di popolo, l’apogeo di un desiderio di riscatto che coinvolse, pur in modo differente, i Sommesi e gli Italiani di 76 anni fa.
Molti ebbero un ruolo: chi abbracciando le armi, chi supportando in vario modo l’azione dei partigiani, chi semplicemente vivendo all’insegna dell’umanità quei giorni difficili.
Tra loro oggi vogliamo ricordare Gemma Missaglia, morta a soli 24 anni a seguito degli stenti patiti durante il suo servizio di infermiera prestato nella Brigata partigiana Cesare Battisti che operò nelle valli dell’Ossola.
La ricordiamo perché quest’anno ricorrono i cento anni dalla sua nascita, e anche perché la sua storia ci richiama alla mente quella di molti infermieri, medici, operatori socio sanitari che, come lei, hanno dato la vita per prendersi cura delle persone che erano state loro affidate.
Gemma lo ha fatto affrontando il gelido inverno, un nemico spietato e la carenza di mezzi; gli operatori socio sanitari, soprattutto nella prima fase della pandemia, hanno svolto il loro compito con eguale dedizione pur sapendo i rischi cui andavano incontro.
Tutti sono stati a modo loro “ribelli per amore”.
La lezione che possiamo trarre dall’esempio di Gemma e degli altri partigiani, ma anche di chi ha sacrificato la vita nella lotta al Covid-19 è che la battaglia per la libertà, che sia contro una disumana dittatura o un virus invisibile, non si vince da soli, ma attraverso gesti di solidarietà diffusa.
Sta a noi, come fecero i Sommesi che vissero il 25 aprile del 1945 e gli anni che seguirono, non disperdere il lascito ideale e fare la nostra parte per edificare una comunità unita e solidale.
Se oggi possiamo affrontare con speranza questa nuova lotta per la libertà, lo dobbiamo anche a lei.
Grazie GEMMA! Somma ti è riconoscente!