Se non capisci chiedi - Una serata speciale dedicata alla dislessia per scoprire nuovi orizzonti e differenti prospettive

 

IPSE – Istituto Psicologico Europeo, con l’Assessorato alla cultura della città e l’Ordine degli Psicologi della Lombardia ha organizzato per il 27 ottobre 2018 alle ore 21,00 presso la sala Giovanni Paolo II di via Marconi 2 a Somma Lombardo, una serata dedicata ai disturbi specifici dell’apprendimento dal titolo “Le parole tra noi sospese” – Se non capisci chiedi.

Si aprirà con una pièce teatrale recitata da Sergio Caniati ed Alessio Binetti a cui farà seguito la tavola rotonda alla quale interverranno la dottoressa Janice Romito (Psicologa Psicoterapeuta referente presso IPSE del servizio per l’Età Evolutiva), la dottoressa Sara Senziani (Logopedista referente presso Ipse del servizio di logopedia), la dottoressa Lia Gnemmi (Medico Pediatra), la dottoressa Beatrice Kupfhal (logopedista - IPSE) ed Alessio Binetti (attore). Mediatrice della serata Monica Portatadino.

Ci destabilizza ciò che non siamo in grado di spiegare e accettare, ci rende schiavi di preconcetti antichi, radicati nel nostro modo di valutare la vita con mono pensieri discriminanti e scorretti per convenzione.

Guardiamo al diverso non come ad un’opportunità di scrutare l’esistenza da differenti prospettive, ma catalogandolo fra gli errori di natura, qualcosa da cui prendere le distanze. Ci ergiamo a giudici e giuria crando ghettizzazioni virtuali.

Succede a noi adulti, acculturati ed esperti di sentimenti profondi, capaci di interloquire con un cervello elettronico, ma non con quello umano.

Confrontarsi con chi non è omogeneo al nostro ordine vitale è per forza sbagliato, non ci soffermiamo, non ascoltiamo, non osserviamo, esprimiamo giudizi ricercando il colpevole, colui da cui ha avuto origine lo sbaglio, anche quando il fautore è Dio.

La dislessia è un meccanismo misterioso per cui la mente ingaggia logiche tortuose per compensare il disordine ed il sovraffollamento di lettere e suoni che danzano nel cervello senza trovare una sintonia tra loro.

Chi ne è affetto si sente inadatto, etichettato come pigro e disattento dotato di poca intelligenza. Chi li vive dall’esterno non accetta e fatica a comprendere, ne conseguono maggior demotivazione e disagio.

Essere dislessici non è una vergogna è modo dissimile di ragionare che rende unici e speciali, capaci di una sensibilità straordinaria che conduce attraverso altri sentieri alla medesima meta.

 

Locandina