Il mondo assomiglia sempre di più a un piccolo villaggio nel quale nessuno può illudersi di ignorare ciò che sta accadendo al suo vicino

 

Diventa sempre più evidente nel nostro tempo, per chi non vuol chiudere occhi e cuore, che gli uomini o accettano di diventare una famiglia, o non potranno più essere sicuri di niente. I muri costruiti nei tempi passati, e che anche oggi qualcuno vorrebbe tenacemente realizzare, hanno fatto il loro tempo.

Il mondo assomiglia sempre di più ad un piccolo villaggio capace di contenerci tutti, di dare da vivere a tutti, di proteggere tutti. Un villaggio nel quale nessuno può illudersi di ignorare ciò che sta accadendo al suo vicino.

Mentre scrivo queste note ho davanti a me il quotidiano “Avvenire” che riporta la notizia dell’uccisione, nella “lontana” Africa (e precisamente in Kenya) di un sacerdote di 32 anni, don Eutycas Morangiri Muturi, barbaramente colpito a morte con due coltellate. Dall’inizio dell’anno sono già dodici gli operatori pastorali uccisi nel mondo, tra i quali una suora e ben nove di loro solo in Africa.

La violenza e l’odio ci interpellano sempre: perché vengono presi di mira gli innocenti e gli indifesi? Perché questa disumanità dilagante? Perché questo regresso nella barbarie?

Una cosa è certa: se l’odio, la violenza, la sete di vendetta continuano ad albergare nei cuori degli uomini, nessuno, in nessuna parte del mondo, potrà mai essere al sicuro.

Nessun Paese del mondo può illudersi di chiudere gli occhi su ciò che accade in questo nostro pianeta-villaggio globale. Non possiamo permetterci di rinchiuderci in casa nostra, perché questo atteggiamento appartiene ad un passato che ormai non c’è più.

Occorre certamente compiere scelte oculate, in modo che ognuno possa avere il necessario per vivere. Per questo, far finta di non sapere ciò che avviene in tante parti del mondo, legittimando in modo tacito lo sfruttamento indiscriminato dei Paesi poveri e conducendo affari che arricchiscono chi è già ricco e fanno sprofondare nella miseria più nera chi è in situazione di grave disagio, è profondamente sbagliato.

Senza scomodare il Vangelo, che su queste tematiche ha parole chiarissime, forse basterebbe che venissero davvero vissuti valori civici - cioè “laici” - come la fratellanza, la solidarietà, la filantropia e la pacifica convivenza.

Non ci sono altre strade da percorrere: dobbiamo vivere insieme, siamo in tanti; non sempre è facile, ma è possibile camminare su questa strada e non dobbiamo tirarci indietro.

Ognuno di noi, nel suo piccolo, può fare molto. Basta un po’ di coraggio…