Carissima/o giovane,

tutti conoscete Papa Francesco e ciò che sta facendo, ormai da cinque anni, per dare speranza a questo nostro mondo, sempre segnato da conflitti, violenze, persecuzioni…  All'inizio dello scorso febbraio ho avuto la gioia, assieme ai sacerdoti della mia classe di ordinazione, di incontrarlo personalmente a Roma nella sua abitazione a Santa Marta. E’ stato un momento molto piacevole ed ho avuto la netta sensazione di stare accanto ad un “santo”, ascoltando le sue pacate riflessioni ed i suoi preziosi consigli.

Papa Francesco ha nel cuore i giovani e per questo ha voluto indire un “Sinodo per i Giovani”, che la Chiesa vivrà nel prossimo mese di ottobre.

Ecco perciò il motivo di questo mio scritto: dirti che Papa Francesco desidera che la Chiesa guardi ai giovani “senza pregiudizi, impegnandosi per comprenderli davvero”. E lo stesso vale per voi giovani. Afferma infatti il Santo Padre: “Arriva l’occasione per cercare con sincerità dentro di sé e proporsi per un dialogo profondo con chi ha già percorso un tratto di strada più lungo”.

Mi rivolgo, allora, a te giovane che frequenti la Parrocchia, a te che abiti ai margini dell’Oratorio, a te che ai perso il bello di vivere la domenica cristiana e pensi a un Dio come “padrone” che vuole rubare la tua vita e proibirti di vivere nella gioia, a te che reputi i “superiori” opprimenti e per niente simpatici, a te che hai dimenticato il gusto dello studio e dell’impegno ritenendoli solo doveri e fatiche, a te che stai pensando seriamente al tuo futuro e alle difficoltà che ti si presentano davanti, a te che…

Ti invito a considerare questa iniziativa della Chiesa: un Sinodo sui Giovani. Sinodo, una parola che dice un sogno da realizzare e cioè “mettere insieme, camminare insieme”.

Un cammino comune di ascolto e di dialogo, con simpatia e fiducia reciproca, sapendo coniugare audacia e pazienza, critica e affetto. Io non sono più così giovane, ma – come ha scritto il poeta Vladimir Majakovskij – prego sempre che sia vero per me questa sua affermazione: “Sul cuore nemmeno un capello bianco!”

Ti voglio dire che la vita non è una corsa, ma un tiro al bersaglio: non è il risparmio di tempo che conta, bensì la capacità di trovare un centro, che dia senso e vigore, che dia nuovo sapore all'esistenza quotidiana. E il centro, per noi cristiani, è l’incontro personale e quotidiano con Gesù, il Crocifisso Risorto che si dona a noi nella Messa, nella Parola e in quella comunità che è la Chiesa, voluta la Lui stesso.

TI prego: non sottrarti alle domande più serie della vita, non accodarti al “così fan tutti”, al così pensano tutti, non dare spazio all'omologazione! Abbi invece il coraggio della domanda, il coraggio di pensare, perché Dio ama la tua intelligenza e la tua libertà, ama la compagnia di chi ti fa pensare, di chi ti propone ideali di libertà, di bene, di giustizia e di pace.

Il Sinodo dei Giovani rifletterà su tutto questo: penso sia una buona cosa anche per te, in vista delle importanti scelte che vorrai fare nella vita. Ti saluto con viva fraternità e ti auguro ogni bene.

 

A risentirci… e buon cammino!

 

Ti voglio dire che la vita non è una corsa, ma un tiro al bersaglio: non è il risparmio di tempo che conta, bensì la capacità di trovare un centro, che dia senso e vigore, che dia nuovo sapore all'esistenza quotidiana. E il centro, per noi cristiani, è l’incontro personale e quotidiano con Gesù, il Crocifisso Risorto che si dona a noi nella Messa, nella Parola e in quella comunità che è la Chiesa, voluta la Lui stesso.