Pronto? Zio Giovanni? Sono Francesco!

- Solamente quest’anno ti telefono e so benissimo che avrei potuto farlo prima; ma non sarebbe stato giusto, ci voleva un’occasione particolare. Siamo esattamente a cento anni dalla fine della Prima Guerra Mondiale. La tua guerra! Lo scorso ottobre sono sicuro che hai sentito una voce che pregava, lì vicino a te.

- Ero io! Sì, davvero!

- Nessuno in famiglia ci era riuscito, ma io ho finalmente trovato il posto dove ti hanno ucciso. Selletta del Vodice quota 351, era il 28 maggio 2017. Sei stato dato per disperso, anche perché non hanno trovato pezzi abbastanza grandi da poter mettere in una bara. Io ero vicino a te; uno di famiglia dopo 100 anni. Non potevo certo portarti fiori o lumini. Sai cosa ho fatto? Ho sparso semi di violette con la speranza che anno dopo anno potessero fiorire e scaldarti il cuore.

- Che strano! Se ci pensi io ho passato tutto il 1980 a pochi chilometri da te, ero Artigliere a Gradisca d’Isonzo; proprio quel fiume che vedevi dalla trincea. Morto io probabilmente il ricordo della tua persona sparirà come se tu non fossi mai esistito ed il tuo sacrificio dimenticato.

- Sai che tuo fratello Pietro riposa a Rovereto? Dopo la sua morte, avvenuta in prigionia il 9 marzo 1918, i suoi resti hanno trovato un po’ di pace in una tomba con una bella lapide che riporta il suo nome. Sì, anche a Somma c’è il suo nome sul cippo in Piazza Cipresso e ha una targa sulla lastra a commemorazione presso il cimitero.

- Eh? No! Per te niente! Sei disperso, i tuoi resti erano talmente mischiati a quelli dei tuoi compagni che era impossibile rimetterli assieme. Fattene una ragione; nessuno scriverà il tuo nome su una lapide.

- Tuo fratello Ambrogio è stato esentato dal servizio militare in quanto unico sostentamento per la famiglia che aveva perso due figli in guerra. Si è sempre rifiutato di iscriversi al PNF e per questo è stato epurato dalle Ferrovie ma ha sempre lavorato ed il pane a casa non è mai mancato.

- Ah! L’hai saputo? In paradiso certe voci girano subito? Sì, te lo confermo: i tre fascisti che lo hanno incarcerato e gonfiato di botte perché antifascista sono ricordati con nome e cognome su un monumento all’interno del cimitero.

- Cosa ci vuoi fare, siamo fatti così. Morti i testimoni diretti la storia la puoi riscrivere come vuoi. Ah! Da voi in paradiso non ci sono quelli lì! E’ vero, non ci avevo mai pensato! Di nero in cielo ci sono solo corvi, merli e rondini. Nell’arcobaleno ci sono tutti i colori tranne il nero che non è previsto.

- Oh, lo so bene che devo essere orgoglioso di tutta mia famiglia che è lì con te; spero tanto di esserne degno.

- Scusa, mi accorgo che ho parlato solo io. Dimmi di te! Non hai rimpianti? Sei morto a vent’anni dopotutto!

- Sei sereno? Ah! Hai fatto ciò che andava fatto!

- Sì, certo! Come ha vissuto tuo fratello Ambrogio valeva il sacrificio di due fratelli! Chissà cosa ne pensa lui?

- Davvero è lì con te e con Zio Pietro? C’è anche tuo nipote, mio papà!!! E hanno tutti gli occhi lucidi dal magone!!! Bellissimo! E’ un difetto di famiglia.

- Dì loro che li chiamerò presto, abbracciali. Ciao, un bacio!