Qualcuno disse : “Lì c’è la torre del Capitano”: era un “lì” molto indeterminato!

Stavamo tornando da una passeggiata ai mulini di Maddalena e, nel gruppo “Cammino piano”, si cominciò a parlare di questa misteriosa torre, di cui nessuno, però, conosceva l’esatta ubicazione. Furono le cartine relative a Somma e al suo territorio che rivelarono la presenza di questa costruzione, in località, appunto, Turasc.

Sabato 11 agosto, ci ritrovammo al parcheggio di via dei Mille: meta la fantomatica torre. Imboccammo la via Valmirolo, che, dopo alcune villette, ci condusse nel verde della aperta campagna. La strada serpeggia nei prati e tra macchie di bosco: cammina cammina, ma dell’antico edificio nessuna traccia. Anche la strada, a un certo punto, finiva. Un po’ delusi tornammo sui nostri passi.

Fu a questo punto che incontrammo una insperata guida: una giovane signora si offrì di accompagnarci alla torre, che lei conosceva bene. Con la signora c’era Jonathan, il suo biondo figlioletto, che cominciò a galopparci davanti come un giovane puledro, guidandoci per tutto il resto del cammino.

Ed ecco comparire di lì a poco la torre, dietro una robusta recinzione di antiche pietre: di forma cilindrica e di rispettabile altezza, ben conservata e con un tetto in coppi; ormai fa parte di un’abitazione privata.

Fu il testo di Ambrogio Rossi “ Antiche località di Somma Lombardo” che ci fornì le informazioni necessarie per sapere che “la torre fu per alcuni secoli osservatorio e difesa del territorio da parte della casata dei Della Torre: da sempre in lotta con i Visconti.

E’ anche chiamata Torre del Capitano per la proprietà, a partire dal 1820, del capitano Casolo, allorquando fece ritorno a Somma dopo lungo soggiorno nelle guarnigioni spagnole.”

Un grazie ad Ambrogio Rossi, questo nostro illustre e generoso concittadino, che, con le sue pazienti ed erudite ricerche, pubblicò libri nei quali sono contenute la storia, le tradizioni della nostra città: una vera e propria enciclopedia, alla quale attingere sempre a piene mani.