Un “cemiterio”e, dentro le sue mura, alcuni sepolcri per i Prevosti Parroci

Nei secoli scorsi accanto alle chiese solitamente esisteva un “cemiterio” ove erano inumate le salme dei fedeli, cimiteri che, con le leggi napoleoniche, furono soppressi e traslocati fuori dell’abitato in luogo idoneo. In questi luoghi era interrata, in tombe più o meno anonime, la maggior parte della popolazione locale, tombe lasciate alla pietà dei parenti di averne cura ed abbellirle con qualche fiore.

Chi invece era dotato di notevoli mezzi finanziari lasciava una parte considerevole, se non tutti, i suoi beni materiali, al fine di far costruire un sepolcreto entro una chiesa, sia essa Parrocchiale, sussidiaria od oratorio nella quale essere seppellito, estendendo tale privilegio a tutti i membri della sua famiglia.

Per soddisfare tali pii desideri, furono costruiti alcuni sepolcreti sia lungo le pareti della navata centrale, sia dietro il presbiterio ossia nel coro ed, in alcuni casi, anche davanti all’altare maggiore.

Naturalmente i primi a godere di tale privilegio furono i sacerdoti che ivi officiavano, ed in primis il Preposto Parroco, in quanto c’era, di solito, un sepolcreto riservato a loro e questo, solitamente, era scavato davanti all’altar maggiore.

La chiesa Parrocchiale di S. Stefano in Mezzana non fa eccezione a quest’usanza poiché aveva, a stretto contatto un “cemiterio”e, dentro le sue mura, alcuni sepolcri.

Infatti, nella relazione stilata dopo la Visita Pastorale nell’anno 1684 fatta dal Cardinal Federico Visconti Arcivescovo di Milano a Mezzana e sua Pieve, fu scritto:

a) 1684 La chiesa Prep.le di S. Stefano.

La Chiesa Prepositurale et Parochiale del luogo di mezana Cap. di Pieve Dioc. Di Milano, eretta sotto la Protezione del Prothomartire, et Glorioso S. Steffano, il cui circuito, et avanti a d.a Chiesa vi è la Piaza, et a tram.na parim.te d.a Piaza con un Cemiterio cinto di muraglia dove si sepeliscono li morti,.... (vedi foto n.1)

b) nella Chiesa Prepositurale di S. Stefano vi sono sepolcri n.° sei dico 6:

uno de quali è il primo in mezzo vicino al Choro qual’è per gli RR. Sacerdoti tutti della terra di Mezzana lasciato dal q.m R. P. Gio Batta Covo Prevosto di Mezzana dal 1647 al 1655 nel suo testamento a questo fine. A mano dritta nel entrare in Chiesa ve ne sono due sepolture, che sono della Comunità di Mezzana dalla medesima parte avanti alla Capella dello Spirito Santo ve ne sono due altre et sono della famiglia de Belotti et a man sinistra vicino all’altra Capella ve ne un altra, qual è della famiglia delli Schianij. (vedi foto n. 2)

Nei registri parrocchiali, quanto riguarda i Preposti Parroci di Mezzana che furono sepolti nel suddetto sepolcreto dopo la morte del Prevosto Covo, si trovano inscritti i seguenti Prevosti:

De Grandi Giovan Battista, dal 1656 al 1663 diciottesimo Preposto Parroco di Mezzana;

Fontana Ottavio, dal 1663 al 1679 diciannovesimo Preposto Parroco di Mezzana;

Campana Ottavio Antonio, dal 1680 al 1693 ventesimo Preposto Parroco di Mezzana;

Porta Francesco, dal 1694 al 1697 ventunesimo Preposto Parroco di Mezzana;

Fa eccezione don Pietro Abbati Bottero, ventiduesimo Preposto Parroco (dal 1698 al 1730) che, non fu sepolto in Mezzana poiché morì il 25.10.1730 a Vighizzolo, sua patria, dove si era ritirato da circa tre anni per malattia.

Castelsanpietro Fabio Francesco, dal 1731 al 1738 ventitreesimo Preposto Parroco di Mezzana;

e per ultimo:

Peruzzotti Stefano Francesco, dal 1738 al 1770 ventiquattresimo Preposto Parroco di Mezzana;

In questi registri parrocchiali si trovano pure i nomi d’alcuni sacerdoti che, in questa parrocchia, avevano svolto il loro apostolato e quindi, alla loro dipartita, furono tumulati in questi sepolcreti.

Una curiosità: poiché non tutti desideravano di venir sepolti nel “cemiterio, sebbene fosse terra consacrata, ma al contempo non avendo la possibilità materiale per farsi costruire un sepolcreto famigliare entro le mura della chiesa, pensarono di farsi seppellire il più vicino ad essa. Fu così che in alcuni casi, avvennero sepolture dette “suptus grunda” vale a dire sotto la gronda del tetto della chiesa, in quanto, si credeva che, la pioggia al contatto del tetto della chiesa venisse benedetta e ricadendo sopra la sepoltura, ne benedicesse ulteriormente il defunto.