Per il prossimo 25 Aprile giorno della Liberazione, desidero ricor­dare i sommesi che hanno sacrificato la loro vita affinché gli italiani fossero liberi dall’oppressore nazi/fascista, con un estratto del mio libro: “PATRIOTI SOMMESI MORTI PER LA LIBERTA’ “

Sebbene la nascita dell’opposizione al fascismo mussoliniano sia sorta proprio con il nascere del fascismo stesso, una vera e propria lotta “armata”, la possiamo datare a dopo il 25 luglio del 1943,

cioè subito dopo la caduta del governo mussoliniano e il con­seguente arresto di Mussolini, e di questa lotta voglio ricordare coloro che dopo l’8 settembre 1943 presero le armi, combatte­rono e morirono nel tentativo, questa volta “riuscito”, di portare l’Italia e gli italiani a vivere in piena libertà di pensiero, parole e azioni che, fin a quel tempo, a motivo del regime imposto, era impossibile.

A onor del vero vi erano però pochissime persone, in speciale modo i giovani, che si gettarono personalmente nella mischia mettendosi in gioco perché sentivano dentro di loro il desiderio di far finire al più presto la guerra, alcuni arruolandosi tra le file dei “repubblichini”. Altri invece preferirono

andare ad arruolarsi tra le file delle brigate partigiane che ope­ravano in clandestinità, o sulle montagne, perché come i primi sentivano dentro di loro il desiderio che la guerra finisse ma più ancora quello che avvenisse un cambiamento radicale di governo per poter finalmente essere liberi di dire e di fare quello che vole­vano, in assoluto avere la LIBERTA’.

Per questa libertà, molti pagarono il prezzo più alto che si possa chiedere a un uomo, cioè quello che è di più sacro e importante: la VITA.

Anche a Somma Lombardo, in quei pochi anni di rivoluzione sociale e di guerra fratricida, vi furono dei sommesi che caddero tra le file dei “Repubblichini”, e altri invece, tra le file dei “Patrioti per la Libertà”, e di questi ultimi cercherò di darne una testimo­nianza, la più ampia possibile e veritiera, ma però chiedendo scusa se, involontariamente sono incorso in qualche piccolo errore o dimenticanza. Faccio presente che, in quei tre terribili anni che ini­ziarono nel 1943, io avevo appena nove anni, perciò i miei ricordi essendo … pochini … sono dovuto ricorrere ai ricordi di coloro che, quegli anni, non solamente li vissero, ma vi parteciparono in prima persona allo svolgersi di quegli avvenimenti riassumendo in poche righe, il senso che ebbe la lotta partigiana ovvero la Resistenza:

La Resistenza italiana si sviluppa solo dall’estate 1943, con forze politiche antifasciste (comunisti, socialisti, democristiani, azio­nisti, liberali, demo laburisti), e realizzano, il 9 settembre 1943, al Comitato di Liberazione Nazionale (CLN).

Partecipano alla lotta sia i militari sia i civili, persone di ogni età, censo, sesso, religione, provenienza geografica e politica.

Il CLN organizza comitati militari come: brigate “Garibaldi”, “Giustizia e Libertà”, “Matteotti”,

“Mazzini”, “Autonome”, etc. mentre nelle città prendono vita le SAP (Squadre di Azione Patriottica) e i GAP (Gruppi di Azione Patriottica). La lotta è sostenuta da importanti strutture politiche quali i Gruppi di Difesa della Donna (GDD) e il Fronte della Gioventù (FdG).

Nel marzo 1944, al Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI), sono attribuiti i poteri di “governo straordinario”: esso è quindi riconosciuto quale rappresentante politico dell’Italia settentrionale.

Dopo grandi difficoltà nella primavera del 1945, l’attività par­tigiana si va intensificandosi, e il 25 aprile 1945 il CLNAI ordina l’insurrezione generale, durante la quale i partigiani affluiscono nelle città, e si uniscono ai combattenti locali liberando l’Italia settentrionale.

Tornando ai sommesi che sacrificarono la vita per la Libertà dell’Italia dal nazifascismo, dirò che quasi tutti furono denunciati da spie che operavano per il campo opposto, oppure chi per guadagnare il triste compenso riservato a chi li denunciava alle autorità sia fasciste sia naziste. Dopo l’arresto furono tradotti nelle famigerate carceri, e lì sottoposti a terribili torture (ricordo che uno di essi scrisse una lettera ai suoi famigliari usando il proprio sangue come inchiostro), per finire la loro esistenza nei campi di concentramento sia italiani sia tedeschi.

Non si è mai saputo con assoluta certezza chi furono i delatori che con la loro denuncia portarono all’arresto dei partigiani sommesi, solamente delle voci circolarono in paese ma senza alcun fonda­mento probatorio.

Solamente uno di loro, sfortunatamente, perse la vita durante lo scontro a fuoco contro il nucleo tedesco asserragliato nelle scuole Macchi, nel giorno della Liberazione di Somma Lombardo. I sommesi che parteciparono alla guerra di liberazione erano reclu­tati in varie formazioni partigiane le quali, di volta in volta quando parleremo di quelli caduti ne nominerò i loro nomi.

Comunque va detto, e sottolineato, che, molti altri sommesi anda­rono a far parte di altre formazioni partigiane, le quali operarono in varie provincie e località distanti dalla nostra città, infatti, ne troviamo alcuni addirittura fuori dall’Italia.

Durante e dopo il fatidico 25 aprile 1945, a Somma si videro folti nuclei appartenenti a diverse Brigate Partigiane che, sebbene non avessero operato nel territorio sommese, passarono per Somma Lombardo, o si fermarono per qualche giorno qui da noi.

Di queste formazioni partigiane, che, per potersi rifocillare, o rifornirsi di materiale necessario alla vita di dette formazioni, qui di seguito ne do un piccolo riassunto con i loro nomi, specificando che dette notizie sono tratte da documenti degli Archivi: del Comune di Somma Lombardo, della Parrocchia di S. Agnese e di quella di S. Stefano in Mezzana.

Elenco di alcune formazioni partigiane che transitarono o si sta­bilirono in Somma Lombardo durante e dopo il 26 aprile 1945. Nel periodo dell’insurrezione a Somma Lombardo e subito dopo,

transitarono diverse formazioni partigiane per il paese. I nomi di alcune di esse si possono apprendere scorrendo l’elenco dei prelievi di carburante effettuati presso l’officina della ditta Secondo Mona di Somma Lombardo che qui di seguito è riportata e fu in queste che i partigiani sommesi vi militavano....