Ma quali profughi? Solo caos e preoccupazione!

 

Sapete che 40 "profughi sommesi” nei mesi scorsi si sono recati dal Prefetto a Varese? Si lamentavano perché sono prigionieri nel centro di accoglienza della Città in 10 per stanza e senza nulla da fare. Ma come? Su 95 solo in 4 svolgono servizi per il Comune e gli altri non hanno nulla da fare? Domanda: è corretto definire “profughi” ragazzi di 20/25 anni provenienti da Gambia, Senegal e Mali? Non sono piuttosto semplici immigrati privi di documenti in cerca di lavoro? È normale che 40 clandestini prendano un treno senza biglietto a Somma Lombardo e, al grido di “abbiamo bisogno di libertà”, arrivino fino all’ufficio del Prefetto senza controllo? Quanti di noi sono stati fermati per molto meno?

E ancora: ammesso che le loro lamentele siano fondate, vorremmo capire chi si arricchisce sulla pelle di questa gente e di noi tutti? Chi ha interesse ad intascare i 35 euro giornalieri? Chi c’è dietro le Cooperative che vincono i bandi? Il buonismo e l’ospitalità sono fondamentali, ma sapete che in provincia non ci sono nei centri accoglienza famiglie con figli e profughi provenienti da paesi in guerra? Serve aggiungere altro? Per quanto ancora dovremo spendere soldi pubblici e farci deridere?

Fino ad oggi sono stati spesi circa 20 milioni di euro! Questi "ospiti" restano nei centri accoglienza fino a quando la commissione (una sola per MILANO, COMO, LECCO, VARESE, SONDRIO, LODI, MONZABRIANZA ecc.) non si esprime. Possono passare anche più di 12 mesi e in questo periodo sono liberi di “scorrazzare” dalle 8 alle 22, non ci sono controlli particolari sulla salute (se non uno screening all’arrivo in porto), non ci sono controlli sulla fedina penale. Meno del 30% dei clandestini viene riconosciuto PROFUGO, gli altri (quasi tutti) fanno causa allo Stato e così continuano a restare ospiti dei centri di accoglienza.

Come arrivano in provincia? Il Prefetto riceve 2 giorni prima un telex con la comunicazione degli arrivi nei vari porti, da quel momento sa che il 20% spetta alla Lombardia e l’8,13% alla provincia di Varese. Le navi sono in pianta stabile nel Mediterraneo, hanno la missione (Europea) di raccogliere i clandestini e portarli in Italia. Si sono creati veri e propri “flussi” con giorni di partenza ragionati in base ai carichi delle navi (gli scafisti partono in sostanza quando sanno che le navi hanno scaricato e sono quindi vuote e pronte a raccogliere).

Una riflessione (senza con questo creare allarmismi): le “rivolte” commesse in passato in provincia di Varese, hanno avuto nello stesso giorno e nella stessa ora manifestazioni collaterali in altre province. Cosa significa? Che la loro “rete” è organizzata e indica loro cosa devono e quando devono fare le cose! I fatti avvenuti in Francia nel mese di Luglio non possono lasciarci indifferenti: un prete sgozzato in una chiesa da cittadini francesi che si riteneva fossero perfettamente integrati, un TIR che uccide chiunque trovi sulla sua strada durante una Festa, un profugo che sale su un treno e con un machete ferisce gravemente il controllore (a Milano) come potremmo definire queste azioni? Non è guerra, concordiamo, è guerriglia che è ancor peggio. Stiamo combattendo contro un nemico invisibile!

 

A cura di: Lega Nord Somma Lombardo