Fiducia e speranza per il cammino della nostra città

 

Colgo molto volentieri la possibilità che mi è stata offerta di rivolgere da queste pagine un saluto a voi tutti, carissimi cittadini di Somma Lombardo.

Da quale situazione interiore nasce?

La nostra città fa da sempre parte della mia vita: sin da piccolo ho avuto molteplici occasioni per prendere contatto con le vie, le persone, i luoghi… che la rendono in certo modo caratteristica e unica. Ma da dieci anni è successo qualcosa di molto diverso: non è più una casa da visitare qualche volta, ma da abitare ogni giorno; non è più una famiglia da incontrare occasionalmente, ma di cui far parte - grazie agli incontri e all’accoglienza reciproca -, cui appartenere e talora anche da accompagnare, rispondendo a una diffusa e sorprendente richiesta di paternità.

Questo crea ora una situazione certo strana, ma anche molto interessante e intensa: da un lato, credo che questo sarebbe proprio un buon momento in cui, con il cuore e la mente, cominciare a vivere una relazione più profonda e consapevole con la città; dall’altro, invece è un tempo di congedo, certo pieno di gratitudine e di affetto, un tempo di separazione che in quanto tale, distanziando, rende sempre più nitido il valore di quanto si lascia.

Come intendo il mio saluto?

Salutare significa “augurare salute”, cioè “salvezza”. Per me non si tratta di retorica o di formalità da rispettare, o di parole da usare per riempire comunque un silenzio forse un poco imbarazzante; vi trovo invece un invito molto deciso a cercare e trovare le radici di vita e le ragioni di vita della nostra città, invito che vorrei estendere a tutti. Avverto davvero fiducia e speranza per quanto riguarda il cammino della nostra città.

So che custodirà la memoria della sua storia, delle ferite provocate dall’egoismo e della condivisione dei valori più importanti maturata nelle sofferenze … e troverà la via della vita.

So che supererà - con fatica, ma realmente - quella mentalità individualistica e autoreferenziale che induce a servirsi delle cose di tutti, senza servire al bene di tutti … e troverà la via della vita.

So che imparerà ad accogliere, promuovendo una vera integrazione, ogni diversità, senza cedere a discorsi a prima vista accattivanti, ma di fatto inadeguati alla realtà che si dà ogni giorno … e troverà la via della vita.

So che attuerà un singolare impegno nello sfoderare le migliori energie educative perché chi cresce possa trovare prospettive vere e solide, non ingannevoli, declinate con coerenza da adulti disincantati rispetto a tanti miraggi e abbagli del costume odierno … e troverà la via della vita.

So che darà particolare importanza a quelle “agenzie” che sanno mettere al centro la passione per la natura, la storia e l’arte, che mantengono alta la riflessione sul senso delle cose e dell’esistenza umana … So che manterrà un dialogo vivo e intenso con la comunità cristiana, benefico per questa e per la città … e troverà la via della vita.

So che darà spazio adeguato e privilegiato ai poveri e a quelli che fanno fatica a muoversi in questo mondo … e troverà la via della vita.

 

Con profondo affetto,

don Franco, parroco

 

A cura di: Don Franco Gallivanone