Estratto da: Michela M. Grisoni, "Il Rubino di Somma Lombardo: verso un progetto di augmented reality", in Rassegna Gallaratese di Storia e Arte, 136 (2017-2018), in corso di stampa.

 

C’è un’architettura che a Somma abbiamo potuto dimenticare. Igiene e profilassi, antibiotici e vaccinazioni hanno permesso infatti di chiudere il sanatorio già nel 1939. La tubercolosi (TBC), pur se non debellata, finalmente smetteva di essere una preoccupazione pressante per la sanità locale cui eventualmente subentrava, a tutela dei pochi che ancora ne soffrivano, l’istituto nazionale di previdenza.

Situato all’interno dell’area ospedaliera in quell’edificio indipendente che, percorrendo il viale settentrionale, si incontra alle spalle del padiglione centrale, tuttavia è tuttora esistente, se pure ampliato, riallestito e riassegnato ai servizi di Guardia Medica, A.V.I.S. e Croce Rossa.

Era stato realizzato nel 1931, sistemando una costruzione già esistente ma dismessa dal 1926 (il padiglione di isolamento). Le direttive governative che avevano imposto ai Comuni di assicurare prevenzione e cure contro la TBC erano state accolte con perspicacia dall’Amministrazione ospedaliera che seppe tradurle in opportunità: riutilizzare un edificio in disuso e proiettare il ‘giovane’ ospedale cittadino (operativo già dal 1904 ma nella sede attuale solo dal 1922) verso una struttura di servizio più articolata, utile cioè ad un ‘circolo’ di Comuni. Realizzando non tanto un sanatorio ma un ‘preventorio antitubercolare per i bambini dei malati di tubercolosi’, si creò infatti una struttura specializzata poco diffusa e molto ambita.

Progettato da Carlo Bellini (1870-1936), ingegnere e fratello di Angelo (1872-1949), il più noto medico, il preventorio infantile fu attivo per pochi anni (1932-1939) durante i quali dovette apparire un’opera originale. Non tanto per l’architettura, solido ma anonimo esercizio di adattamento di una costruzione preesistente, ma per la strategia imprenditoriale che lo aveva promosso e per la decorazione interna. Aspetto, questo secondo, più appariscente del primo, eppure parte della medesima finalità di promozione del nascente ospedale di circolo.

Inaugurando il padiglione, non a caso il 28 ottobre del 1932, si magnificarono infatti le pitture di Antonio Rubino (1880-1964), poeta e scrittore, disegnatore e illustratore, i cui personaggi erano molto conosciuti ed amati attraverso il Corriere dei Piccoli, cui collaborava oramai da quasi trent’anni. Proprio il Corriere dei Piccoli, nel successivo mese di novembre, dava eco nazionale ‘all’ospedale allegro’ di Somma riproducendo, in bianco e nero, alcuni dei personaggi dipinti dall’artista sulle pareti degli ambienti interni: la ‘sala più vasta’ e il ‘ricreatorio’ (Corriere 1932).

Quando, nel 1941, dopo un breve periodo di chiusura, il sanatorio fu riadattato e riutilizzato come reparto maternità, i massicci lavori edilizi necessari per ampliare, allungandola, la struttura, preservarono i disegni. Chi nacque a Somma negli anni Quaranta fu dunque accolto in un mondo ancora efficacemente e serenamente popolato dai personaggi di Rubino: figure di un’esuberanza trascinante, perlopiù festosa e gioiosa, ma anche densa di significati sottintesi che, in breve tempo, divennero però ingombranti, inappropriati, obsoleti, tanto da preferire coprirli e dimenticarli.

Nella storiografia locale l’episodio è impresso da tempo (Rossi 1982). Più recentemente l’utile raccolta delle cartoline di Somma (Ferrario 2009) ne ha pubblicate cinque tra le quali si riconoscono le due che servirono a comporre il collage pubblicato nel 1932 dal ‘Corrierino’ e già più volte riproposto (Arioli 2003; Mainardi 2005). Ma nonostante queste segnalazioni, i contorni della vicenda, anche in relazione alle dediche e dunque ai committenti che compaiono proprio su quelle cartoline, restavano finora solo accennati.

Scomparso alla vista da decenni, il Rubino di Somma è fatalmente sfuggito agli specialisti, per lo più silenti su questo maturo episodio della carriera dell’artista (Pallottino 1978 – Cassini 2013). Solo il recupero alla critica di un altro lavoro, simile per impostazione e finalità, eseguito dallo stesso Rubino ma nel 1939, in una villa di Olgiate Olona ma già di proprietà dell’Opera di Prevenzione antitubercolare Infantile (O.P.A.I.) dal 1914, spingeva a riaccendere l’attenzione anche su Somma con argomentazioni stuzzicanti sul tema della decorazione d’ambiente (Arioli 2003).  Insieme ad Olgiate Olona, di poco successivo, il lavoro per  Somma documenterebbe infatti il tentativo di spingere l’illustrazione al di fuori della spazio della pagina in cui era solito muoversi l’artista. Mantenuta all’interno di una fascia lunga e bassa, come nelle strisce dei comics, a Olgiate, come a Somma, la carovana dei suoi pupazzi si dispone lungo le quattro pareti delle stanze avvolgendo quindi l’osservatore che si muove tra personaggi portati alla sua stessa scala ad abitare il suo stesso spazio. Una sensazione che però, a Somma, né le cinque note cartoline e le altre tre ritrovate, né le fotografie dell’epoca recuperate o i colori riproposti dalle molte repliche degli stessi personaggi presentati dal Corrierino, possono risarcire con vera soddisfazione. Occorrerebbe, per questo, ritrovare l’opera nella sua concretezza e integrità o, data la criticità di una tale operazione, almeno tentare di simularla, nello spazio tuttora esistente o altrove, nutrendo questa esperienza ‘virtuale’ con i ricordi di eventuali testimoni e mantenendone così viva la memoria.

È in corso di stampa la ricerca che riordina quanto finora raccolto in merito al perduto ‘Rubino’ di Somma, interpretando i fatti sullo sfondo di un’epoca e affollandola dei molti protagonisti che la animarono. A fianco di Angelo Bellini, già indicato come protagonista (Mainardi 2017), si devono infatti assegnare ruoli importanti anche ad altri attori per un’opera tanto significativa quanto ancora poco conosciuta. Questa nota non è che un’anticipazione delle ipotesi che saranno presentate il 20 aprile nell’ambito del ciclo di conferenze Restauri Rari 2018, organizzata da Agostino Alloro con il patrocinio, tra gli altri, del Comune di Somma Lombardo, della Fondazione Visconti di San Vito, di Unpli Lombardia e della Pro Loco Somma, dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Varese, nella comunicazione di Michela M. Grisoni con la partecipazione di Paolo Maccabei, delegato per il Comune di Olgiate Olona alla promozione e alla valorizzazione del patrimonio artistico comunale ivi compresa l’eredità lasciata da Rubino.

Ma sono state anche avviate, d’intesa con l’ASST Valle Olona, proprietaria del bene, le necessarie pratiche abilitative con la Soprintendenza competente. Una volta recuperati i pochi fondi necessari, permetteranno alla restauratrice accredita incaricata Isabella Pirola, con la collaborazione di Agostino Alloro, di condurre sondaggi stratigrafici che ora potranno essere mirati con precisione alla ricerca di tracce concrete del perduto Rubino di Somma.

E’ previsto anche un più ambizioso progetto di realtà virtuale. E’ attualmente in corso di studio con l’Università degli Studi Trento, Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica, Laboratorio di Analisi e Modellazione dell’Architettura Rappresentazione e Comunicazione (LAMARC), uno studio che affronta il tema, oggi molto avvertito, di restituire attraverso realtà simulate, ‘aumentate’ o ‘immersive’, quanto apparentemente compromesso: una particolare forma di restauro ‘virtuale’ che potrebbe garantire, a dispetto delle circostanze, di ritrovare il perduto Rubino di Somma e di amplificarne le modalità di valorizzazione, fruizione e ricezione.

 

Nota Bibliografica

Arioli 2003 - Arioli B., 50 metri di fantasia, Busto Arsizio 2003

Cassini 2013 - Cassini M., Antologia. Antonio Rubino e l’amore per la Liguria, Ventimiglia 2013

Corriere 1932 - Un Ospedale allegro, in Corriere dei Piccoli, (1932), 46 (13 novembre), p. 7

Ferrario 2009 - Ferrario C. (a cura di), Soma in cartolina, Lonate Pozzolo 2009

Mainardi 2005 - Mainardi M., Storia dell’ospedale di Somma e l’arte figurativa, in Spazio Aperto, IX (2005), 1 (febbraio), p. 6

Mainardi 2017 - http://www.spazioapertoonline.it/index.php/numeri-precedenti/comune-3/208-2-giugno-2017-festa-della-repubblica

Pallottino 1978 - Pallottino P. (a cura di), La matita di zucchero: Antonio Rubino,  Bologna 1978

Rossi 1982 - Rossi A., Somma Lombardo. Da Borgo antico a città moderna, Gorla Minore 1982