“Crescere insieme ai genitori significa condividere molti momenti della vita, sia buoni che negativi” e una delle fatiche maggiori lungo il cammino è quello di accettare l’altro per quello che è, con le sue caratteristiche ed unicità, una persona nuova e differente da quella che per tempo forse si era idealizzata.

Nonostante ciascuno di noi sia il frutto di percorsi differenti e nel corso della vita si ritrovi ad assumere molti ruoli, quello che accomuna tutti è di essere “figli”. Il rapporto tra genitori e figli è la prima relazione che venuti al mondo ci troviamo ad affrontare e forse anche la più delicata. Ci siamo interrogati a lungo su quali siano i valori su cui dovrebbe basarsi un legame così profondo e di­scutendo insieme, sono emerse in pri­mis le sfumature positive e rassicuranti e subito dopo diversi aspetti problema­tici che per tutta la vita connotano que­sto legame e che incidono anche sulla nostra stabilità emotiva. Abbiamo lavo­rato basandoci su alcune parole chiave che sono emerse nel corso degli incon­tri di redazione, che unite ai racconti personali, hanno fatto da collante tra le nostre esperienze di figli. Per Gioac­chino con i genitori ci dovrebbe essere spazio per l’ascolto e la comprensione e sapersi dire scusa a vicenda potrebbe aprire lo spazio per una relazione mag­giormente equilibrata. Ha voluto porta­re all’attenzione del gruppo questo ar­gomento, perché si vivono a volte con i genitori situazioni di forte agitazione, nervosismo, che possono portare ad avere comportamenti non in linea con il consueto modo di agire e questo fa sta­re male, con loro ma soprattutto con sé stessi. Non riuscire mai a chiedersi scu­sa reciprocamente non va bene e lascia ferite difficili da rimarginare. Per Ales­sandra ci deve essere sempre rispetto come condizione fondante il rapporto e che tutela la diversità dei singoli, per prendere atto che “ci stiamo bene così come siamo”. Con i genitori talvolta il rapporto è scontroso e difficile soprat­tutto perché faticano ad accettarci così come siamo, per le nostre caratteristi­che. Io vorrei trovare un punto d’incon­tro afferma, a volte i contrasti servono per confrontarsi e capirsi. Luca ha trova­to parole poetiche descrivendo questo tipo di relazione come un temporale, che poi passa, esce il sereno, perché c’è amore. Anche per Nicolò la relazione con i genitori è connotata da gioia, aiu­to, affetto. Per Houssam ci vuole reci­procità, sentirsi protetti per trovare un punto d’incontro, quella porta da apri­re che introduce davvero alla relazione con i genitori. Non sempre nei rapporti con i propri famigliari si trova un accor­do, tante volte è difficile, ma la cosa bel­la è poter ritrovare un giusto equilibrio e si instauri un rapporto di confidenza. Le cose negative vanno messe da parte e bisogna guardare avanti mantenendo un rapporto di fiducia reciproco. Essere genitori vuol dire prendersi le proprie responsabilità, avere pazienza e fiducia nei propri figli per fargli crescere bene, sostenendoli nel percorso di vita. Anche i figli devono avere fiducia dei propri ge­nitori ascoltando i loro consigli e le criti­che costruttive come incentivo di cresci­ta personale. Insieme il gruppo di lavoro della redazione ha scelto la parola Equi­librio come quella maggiormente forte e densa di significato, che contiene tutte le altre e porta a pensare ad un rappor­to tra genitori e figli davvero importante e fondante la storia di ciascuno: ognuno riconosce all’altro la diversità come per­sona e cerca di pensare ad un percorso di vita comune.Alcuni spunti di riflessio­ne: “I genitori sono le persone che mi hanno messo al mondo” , ma nonostante abbiano avuto il potere di compiere questo enorme regalo, “non sono dei super eroi” ed esattamente come noi possono sbagliare ed essere in difficoltà nel trovare un equilibrio per questo im­portante rapporto. Bisogna condividere le proprie esigenze, passioni, problemi e aiutarsi reciprocamente, secondo i valo­ri che crediamo siano indispensabili nel rapporto tra genitori e figli, della fiducia e del rispetto, che conducono ad una vera reciprocità. Il gruppo ha visto un film intitolato: “Genitori e figli agitare bene prima dell’uso” che rappresenta in modo ironico questo rapporto, sugge­rendo una riflessione su altre tematiche correlate, come il, razzismo, l’educazio­ne, le relazioni sociali, l’adolescenza, la separazione dei genitori, l’amore e il sesso, il ciclo della vita. Abbiamo preso in prestito il titolo del film per il nostro articolo, titolandolo proprio così, perché di fatto agitare bene prima dell’uso è una azione che è consigliabile, di fatto è ciò che avviene nella realtà, dove si mescolano idee, valori, esperienze che ci trasformano in persone adulte, ma rimaniamo sempre figli nel corso della vita, imparando ad amare chi ci ha ge­nerato.

di Viviana Innocente, Gioacchino Faranna, Houssam Kamouni, Nicolò Crosta, Alessandra Besozzi, Naomi Mauthe Degerfeld