Una grande varietà di artisti, tecniche e linguaggi caratterizza, nei primi sei mesi dell'anno, l'attività della Galleria "Fallaci", che trova spazio nella bella sala-loggiato del palazzo Viani-Visconti, perché l'art director Lorenzo Schievenin Boff, che la dirige con passione e competenza ormai da nove anni, la apre a tante esperienze diverse, senza preclusione alcuna. Quest'anno ha inoltre inserito la presentazione di libri, sia saggi che romanzi, allargando, di fatto, l'orizzonte della Galleria. Certo, la pittura tradizionale costituisce il fulcro delle esposizioni, a cominciare dalla mostra "Pittori a cavallo", che ha aperto il nuovo anno e che è giunta alla terza edizione: si tratta di una collettiva di artisti, che esercitano nel contempo la disciplina equestre.

Anche "Emozioni colorate" si è presentata a gennaio come una collettiva di pittura, dominata dalla tematica del colore, e nasce nel laboratorio d'arte del Centro educativo "Cesare Carabelli" di Somma. A febbraio, i quadri di "Mosaico" apparivano anch'essi coloratissimi, tutti opera di un pittore, Pier Mantoan, che si firma Piergogh, per omaggiare l'amato Vincent Van Gogh. A marzo, il pittore Eugenio Ricci, appartenente all'"Associazione Artisti Indipendenti" di Varese, ha allestito la personale:" Poesia nel colore", dove un'impeccabile tecnica accademica ha saputo comunicare delicate emozioni, velate, talvolta da una malinconia appena percettibile. Il mese di aprile è sbocciato con i fiori di "Bucolicon carmen", personale della pittrice sommese Silvana Angela Ferrario, che non ha disatteso le aspettative dei concittadini con i suoi "macrofiori" pieni di luce e colore. Gianluigi Casiraghi, pittore gallaratese, appartenente alla prestigiosa Associazione Artistica 3A, nella personale: "Natura. Stati d'animo", allestita ad aprile, ha rivelato nei suoi paesaggi una tecnica sperimentata in lunghi anni di attività pittorica e un'intensa espressività emozionale. Le mostre di pittura si sono chiuse con la personale di Giampiero Moroni, artista di Sesto, ma milanese di formazione, che ha raggiunto nella tecnica della grafite e del pastello abilità e raffinatezza; paesaggi e, soprattutto, ritratti sono state le tematiche della sua esposizione. Una collettiva non solo di pittura, ma anche di scultura e installazioni, merita una particolare menzione: "La Passione...secondo loro", giunta alla quarta edizione, nella quale gli artisti sono invitati ad interpretare la Passione di Gesù secondo la loro personale sensibilità.

Anche quest'anno la mostra ha offerto una straordinaria varietà di tecniche e contenuti, al punto da rendere difficile, anzi impossibile, una sintesi. Nell'ambito dei nuovi linguaggi vanno ricordate le mostre fotografiche: a maggio, Maurizio Buratti, sommese, con i suoi scatti in bianco e nero  o a colori, testimonia, e salva almeno nella memoria, i luoghi di un mondo rurale in via di estinzione. Lo ha fatto in una mostra dal titolo significativo:" Sopravvissuti e sopravviventi". A giugno, Paola Pellai, sommese, ma cittadina del mondo, racconta, con gli scatti fotografici della mostra "Il tempo di uno sguardo", gli incontri, spesso casuali, con persone ricche di umanità, viste nei suoi viaggi.

La novità di quest'anno sono state le presentazioni di libri; a cominciare da "Ciò che non ho voluto", romanzo autobiografico di Mario Chinello, presentato a gennaio. L'Autore racconta la sua infanzia, adolescenza e prima giovinezza, con il bagaglio di esperienze lavorative, politiche e sportive che le accompagnano. La ricchezza di storie e testimonianze finisce per avvincere completamente il lettore. Nell'ambito invece della mostra "La Passione...secondo loro", Mattia Morretta ha presentato il suo libro-saggio:" Ma che colpa abbiamo noi", trattando, con la finezza dello psichiatra e dello psicoterapeuta, l'amore omosessuale e le sofferenze che chi vive questa passione si autoinfligge. "Tracce vive" ha costituito un gradito ritorno del Morretta, che, a giugno, ha proposto questo nuovo saggio, che esplora il mondo della poesia e dell'arte, analizzandolo con finezza e incisività. Hanno fatto da cornice all'iniziativa le opere  dall'inquieta simbologia del pittore Rosario Chinello, che, per l'occasione, si è cimentato anche nel ruolo dell'attore, leggendo brani tratti dall'opera del Morretta.

Questo è il bilancio di sei mesi di intensa attività della Galleria, che chiude per agosto; ma è già pronta la mostra che, a settembre, riaprirà i battenti della sala: allestirà la sua personale Adalberto Caffaratto, artista torinese, che è riduttivo definire pittore, perchè è un infaticabile sperimentatore di tecniche e linguaggi inconsueti

 

A cura di: Silvana Angela Ferrario