Storia della lapide e dell’iscrizione “coi migliori tempi della romana dominazione”

 

Un anno importante per il rione di Vira fu certamente il 1888 quando Padre Bernardo Galli durante la ristrutturazione di un suo cascinale rustico in località Vira, fece una scoperta importante cioè una lapide che fungeva da scalino. Questa grossa pietra recava tracce di antiche iscrizioni, purtroppo molto abrase dall’uso. Si trattava di una parte di lapide di gneiss-granito che misurava mt 1,06 x 0,46.

Malgrado le ricerche in loco, ordinate dallo stesso sacerdote, non furono mai rinvenuti le parti mancanti della lapide.

In ogni caso, dall’esame dell’iscrizione e dal confronto con altre similari, Padre Bernardino (e altri studiosi), giunsero alla conclusione che detta iscrizione poteva coincidere “coi migliori tempi della romana dominazione”.

Ecco quanto fu possibile leggere dalla lapide:

D M

T E R T I O

POSERUN

TERAT..SI…

VIVM……...

Di seguito riporto la decifrazione del testo fatta da Padre Bernardino.

La scritta D. M. = starebbe a significare Dii Mani, ovvero una diffusissima dedicazione agli dei protettori della singola famiglia, e coi quali si includevano pure i rispettivi antenati, dedica tipica dell’epoca tant’è che di simili ne sono state ritrovate moltissime per cui non esistono più dubbi in proposito.

Nella seconda riga si può leggere distintamente TERTIO = TERZO che è un nome proprio di persona. Esso potrebbe pure significare che era il terzo figlio. Tale abitudine di dare come nome proprio ai figli un numero è conosciuta anche ai nostri giorni: ricordo infatti Primo Carnera il famoso pugile, Secondo Mona e Secondo Garzonio due noti industriali della zona ecc.

Nella terza riga leggiamo: POSERUN = POSERO e qui non credo che vi sia altro da aggiungere tanto è chiaro il suo significato.

A questo punto, Padre Bernardo sul finale della terza e della quarta riga, intravede il simbolo del disco astato e propone l’accostamento alle Milizie veterane romane di vedetta, ovvero i Veterani Speculator. Forse qusta ipotesi fu indotta a motivo della grande O che, unita una parte sinistra della U di Poserun, potrebbe ben ricordare il simbolo con il quale si distinguevano i Veterani speculator, ovvero il disco astato.

Oggi però, rileggendo la pietra e ragionandoci sopra senza l’emozione del ritrovamento di una iscrizione antica di millenni, possiamo dire che il “disco astato”, simbolo delle milizie veterane romane, altro non è che la lettera O della parola TERTIO, mentre l’asta a punta altro non è che la parte sinistra della lettera U della parola POSERUN della terza riga che, evidentemente furono scritte da un lapicida inesperto, cosa che può benissimo trarre in inganno il lettore della stele.

Padre Galli inviò la relazione del ritrovamento all’Archivio Storico Lombardo e il Direttore Generale delle Antichità e Belle Arti di Roma, ritenne suo dovere ringraziarlo.

Sempre in merito alla stele, aggiungo quanto mi disse la Dottoressa Alpago Novello Ferrerio durante la stesura del mio libro “VIRA antiche località sommesi”, che la “coppetta”, incavata a sinistra della lettera D non sia un lacrimatoio ma, quasi sicuramente il pozzetto ove si appoggiava il cardine di una porta, e probabilmente starebbe a indicare che questa stele fu anticamente, recuperata e riutilizzata come soglia di una casa.

P.S.: Se qualcuno volesse più ampia conoscenza sull’antichità del rione VIRA, consiglio di leggere il libro “VIRA antiche località sommesi”, di C. Ferrario.