Pubblichiamo stralci dell’intervista del quotidiano “Il Giorno” al sindaco Stefano Bellaria

Sindaco, come sono stati quei mesi da amministratore alle prese con la pandemia?
Sono stati, soprattutto i primi, mesi molto “tosti”.
Mesi però segnati dalla volontà di collaborare, di essere d’aiuto, di sentirsi parte di un’unica comunità. E in questo i sommesi sono stati parte attiva. Chi impegnandosi direttamente in qualche associazione, chi semplicemente rispettando le prescrizioni.
Quali sono state le difficoltà incontrate da amministratore nel gestire la situazione?
L’iniziale mancanza di precise informazioni sull’evolversi della situazione, la difficoltà nel reperire i dispositivi di protezione e il timore di lasciare indietro qualcuno.
Poi, anche grazie al prezioso supporto di molte associazioni, al lavoro degli uffici comunali, e alla collaborazione con gli altri sindaci del territorio, si è riusciti a gestire la situazione.
Per noi l’importante era far percepire ai cittadini che l’amministrazione era (ed è presente), che ogni richiesta di aiuto sarebbe stata ascoltata, che nessuno sarebbe stato lasciato solo.
Credo che questa esperienza abbia contribuito, almeno a livello locale, a rafforzare il senso di appartenenza. È un patrimonio che non dobbiamo disperdere.
A dicembre lei si è ammalato di Covid, com’è cominciata la malattia?
È iniziata con sintomi lievi: un po’ di tosse, qualche linea di febbre, poi, improvvisamente la situazione si è aggravata. La saturazione è scesa repentinamente e non riuscivo neppure a scendere da solo dal letto. Fortunatamente il mio medico di medicina generale, la dottoressa Mattaini che ringrazio perché è sempre stata presente, mi ha fatto immediatamente ricoverare all’ospedale di Busto Arsizio. Lì la situazione è degenerata e nel giro di un giorno, dopo aver provato tutti i possibili supporti alla respirazione (mascherine Venturi, casco CPAP) mi hanno sedato, intubato e portato nel padiglione di terapia intensiva dell’ospedale Covid di Fiera Milano. Ringrazio anche i medici dell’ospedale di Busto Arsizio perché sono intervenuti con prontezza e decisione. Se avessero atteso un giorno in più, probabilmente non sarei qui a raccontare questa storia.
L’esperienza come malato di Covid che cosa le ha lasciato?
Mi ha fatto riscoprire l’importanza delle piccole cose, dei gesti quotidiani che diamo spesso per scontati. E l’invito a non sprecare un solo attimo a vivere la vita appieno, a gioire della vicinanza dei propri cari.
Durante la sua degenza tante sono state le manifestazioni di vicinanza e di affetto, se le aspettava?
L’ondata di affetto che ha letteralmente “travolto” me e soprattutto la mia famiglia è stata intensa e inaspettata. Questa vicinanza ci ha aiutato ad affrontare e superare i momenti più bui. Non nascondo che quando le infermiere del Covid Hospital di Fiera Milano mi hanno fatto leggere una parte dei messaggi che erano apparsi sui social (in particolare quelli dei bimbi delle scuole elementari) mi sono davvero commosso. Posso solo dire un grande grazie a tutti. Senza questa speciale energia fatta di fede e di affetto non so se ce l’avremmo fatta.
Ripensando all’esperienza che ha vissuto, qual è stato il momento più bello?
Due sono i momenti più belli. Il primo quando appena svegliato ho pensato: “Caspita ce l’abbiamo fatta” e soprattutto il secondo, quando il giorno di Natale ho potuto videochiamare la mia famiglia. Era la prima volta che potevo comunicare con Paola e i ragazzi dopo che li avevo sentiti otto giorni prima per annunciare loro che di lì a pochi minuti sarei stato intubato e trasferito in terapia intensiva. Sono stati due momenti indimenticabili. Posso solo dire che è questo è stato il Natale più bello della mia vita.
Sindaco lei sta riprendendo l’attività amministrativa, come va questa ripresa?
Bene. Sinceramente non vedevo l’ora di ricominciare, Somma e i sommesi mi sono mancati.
Devo solo ricordarmi di non esagerare e di fare un passo alla volta. La voglia di recuperare il tempo perduto è tanta... Devo comunque ringraziare Vicesindaco, assessori e personale comunale che durante la mia assenza hanno svolto egregiamente tutti i compiti amministrativi.
Il Covid ancora non è sconfitto, la speranza è nel vaccino per tutti, siamo ancora in una situazione d’emergenza, ci sono situazioni economiche difficili, c’è un messaggio che vuole lanciare ai cittadini?
Due messaggi. Il primo: appena sarà possibile invito caldamente tutti i miei concittadini a farsi vaccinare.
È un gesto di responsabilità nei confronti di se stessi e degli altri. Solo così potremo recuperare pienamente la libertà perduta.
Il secondo: se attraversate un momento di difficoltà economica o psicologica non esitate a contattare il Comune. Il primo passo per uscire da questa difficile situazione è non sentirsi soli. Perché, come ho detto più volte in questo anno di pandemia, (solo) insieme ce la faremo.