La ricerca del trick perfetto

 

Il mondo degli skateboarders, come quello dei writers e della musica hip-hop (non a caso i tre tendono a contaminarsi) esiste almeno dal 1970, ma ad ogni generazione viene percepito come "roba da ggiovani", sminuito perché poco intelligibile da chi non ne fa parte. Hanno un linguaggio proprio, dei parametri di creatività e metrica nell'accostamento di mosse, colori e parole, che sfuggono al tradizionale concetto del bello.

Eppure, uno degli scopi dell'Arte è proprio spingere l'osservatore a varcare i confini noti.

La fiaba popolare della Gallinella Rossa e il chicco di grano, dove nessuno della fattoria vuole aiutare durante le varie fasi che porteranno al pane caldo finale, a Somma Lombardo è stata disattesa.

Lo Skatepark di via Novara, inaugurato ufficialmente lo scorso luglio, ha avuto una seconda vita a costi ridottissimi grazie alla concertazione dell'Amministrazione Comunale con SPeS e Naturcoop, Castaldi Lighting, Ignoramps Skateparks, Somma Impianti, Gilegno, Vemo, Colabeton, Martinelli, Mazzuchelli srl, Md studio, Demsca Zocco, Ramazzo Umberto, Roberto Caccin, Donato Bibianelli e dozzine di volontari gratuiti, compresi i ragazzi stessi che ora utilizzano lo spazio.

In poche settimane la notizia del restyling ha varcato abbondantemente i confini della città, ed è sempre possibile trovarci ragazzi anche da Arsago, Gallarate, Tradate, Busto Arsizio, Varallo; non perché non ci siano altre piste, ma perché molte non sono state fatte CON gli skaters, sulle loro indicazioni. Questo porterà nel tempo ad una rete intercomunale che va al di la delle aspettative. Ma se ne sta creando un'altra, altrettanto importante e benefica, ed è quella generazionale. Perché, per strano che possa sembrare a chi si è dimenticato i suoi 14anni, non è così scontato a quell'età rapportarsi con chi di anni ne ha una trentina, come invece sta avvenendo.

È la generazione precedente, quella che magari usava il park nel 2005, e nel frattempo si è dedicata all'università, o ha creato una sua ditta, si è sposata, ha avuto figli. Per i giovanissimi è come ritrovarsi di colpo tutta una squadra di fratelli maggiori che possano condividere le esperienze, i traguardi e le cicatrici, non necessariamente solo dello skateboarding. E quei fratelloni rinnovano un'energia affievolita, una muscolatura un po' irrigidita, la voglia di rappresentare un punto di riferimento forse non trovato quando avevano quell'età. Per tutti loro, la perfetta chiusura di un trick è lavoro di ore e ore di prove; è una sfida ai propri limiti, a volte un atto di alta fantasia coreografica, inseguendo mitologie americane che hanno dato il loro nome a nuove combinazioni poi replicate internazionalmente.

"Ce l'ho!" è la frase che potreste sentire più spesso stando un po' a guardarli: un mantra di automotivazione, l'impadronimento progressivo della tecnica, il calcolo dei millesimi di secondo in cui muovere o non muovere un muscolo, come se si domasse un cavallo imbizzarrito.

Emanuele Peluso, di 37 anni, pur godendosi la rinascita di questo spazio a cui ha contribuito in ogni fase, guarda ancora oltre e spera di riuscire a creare a breve un'associazione che raggruppi le piccole fazioni che utilizzano la pista; un hobby che potrebbe assumere un'ufficialità sportiva, traguardi di categoria da perseguire insieme, e dei nuovi colori con cui esportare Somma Lombardo.

Ah, e la risposta alla domanda del titolo? No no, andate in via Novara a scoprirlo.

 

A cura di: Massimo Squillario