Storia della lepre razza "Marella”

 

Un giorno che, non sapevo cosa fare decisi di andare a Milano a ravanare nell’Archivio di Stato di quella città motivo: cercare qualche notizia interessante su Somma da scrivere su “Spazio Aper-to”. Sparigliando le carte di un polveroso faldone trovai un foglio molto antico.

Quel foglio di carta pecora con il tempo era molto ingiallito, l’inchiostro svanito ma leggibile con la lampada di Wood, così tutto quello che potei leggere l’ho trascritto sul mio bloch-notes.

Molto probabilmente proveniva dall’Ufficio Brevetti, sezione Brevetti delle Bestie e Affini, fu compilato da un massaro che, per garantirsi la paternità dell’invenzione e relativo guadagno, si era premurato di farlo registrare presso l’ufficio competente di quella città.

Di questo foglio, pieno di timbri e firme ecco la trascrizione di quanto ho potuto leggere:

"Comune di MEZZANA, Capoluogo di SOMMA, Ducato di MILANO"

Il massaro (nome e … illeggibile) chiede il brevetto per una razza di lepre speciale da lui creata.

Motivo:

Per guadagnare qualche soldo in più dei proventi della mia terra, Io (parola illeggibile) ho stu-diato su come allevare delle lepri speciali, fino a quando, provando e riprovando vari incroci con razze diverse, un bel giorno nacque questa lepre speciale. Come sia successo, non lo posso dire sicuramente, cioè da quale incrocio era nata. Forse era nata dall’incrocio da una lepre da corsa con quella dalle orecchie lunghe, oppure da una da tana a coda lunga con quella da bosco con coda a fiocco? Mah! Comunque sia era MOLTO diversa dalle altre razze esistenti.

Nome e cognome della bestia:

LEPRE MARELLA.

Particolarità, cioè differenziazione da altre razze:

La Lepre Marella si distingue dalle altre non per il colore, nemmeno per la grossezza o lunghezza ma per la sua coda che è lunga più di quella del gatto, con la differenza di quella del gatto che questa è rigirata all’insù per i maschi e all’ingiù per le femmine.

Particolarità della coda:

Quando la Lepre Marella è uccisa dal cacciatore con una schioppettata (parola sottolineata in inchiostro rosso) la sua coda s’irrigidirà come se fosse un gancio di ferro, all’insù quella dei maschi, e all’ingiù quella delle femmine.

E più sotto vi era timbro, firma, e il sigillo di Stato in ceralacca.

Fu per questa particolarità della coda che, i cacciatori di Somma, tutti gran signori (vedi foto), nella loro riserva di caccia vollero solamente le Lepri Marella, perché a loro bastava una lunga pertica con i due sostegni per appenderle per la coda, senza dover faticare a legar loro le zampe posteriori per infilarle nel lungo bastone (vedi foto). Insomma era proprio una comodità.

Purtroppo dopo poco tempo il Governo decise di andare a far la guerra agli abissini per insegnar loro a raddrizzare le banane con il martelletto ma, come spesso accade, c’è sempre qualcuno che non è d’accordo (forse qualche allevatore concorrente o uno del WWF ante litteram), che cominciò a spargere questa notizia fra la popolazione:

Italiani! Prima di andare a raddrizzare gli uncini a casa d’altri, raddrizziamo quelli di casa no-stra, e in particolare le code delle lepri “Razza Marella”.

Purtroppo i cacciatori sommesi e quelli dei paesi vicini seguirono quel consiglio e non vollero più comprare le Lepri Marella costringendo quel massaro a troncarne la produzione. L’allevatore fu costretto a mangiarsi fino all’ultimo gli esemplari esistenti, poi per la rabbia strappò il brevetto e non volle più parlarne della sua invenzione.

Fu così che se ne perse sia la razza sia il ricordo, salvo che …

… in qualche antica famiglia sommese i nonni continuarono a raccontarne la storia ai nipotini durante le notti invernali, quando, seduti attorno al focolare aspettavano l’ora di andare a nanna.

 

da "I panzanigh da la Mariumm" di Ferrario Carlo.