Cenni biografici dal volume “Somma Lombardo da borgo antico a città moderna” di Ambrogio Rossi

 

Lodovico Melzi nacque a Milano il 20 febbraio 1837 dalla nobile famiglia dei Conti Melzi. Crebbe e studiò in Milano dedicandosi alla famiglia, agli interessi del patrimonio, alla pittura specializzandosi nell’incisione. Studiò musica e si affermò come esecutore, intenditore e dirigente prima e presidente poi del Consiglio Accademico del Regio Conservatorio di Milano.
In tale veste nel 1873 viene incaricato dal Ministero dell’Istruzione Pubblica di scrivere la “Storia del Regio Conservatorio di Musica in Milano”, fondato da Napoleone Bonaparte nel 1808, opera che risultò imponente e così apprezzata che ancora oggi è consultata per la sua ricca documentazione e la sua forma letteraria precisa e scorrevole. Come musicologo, appassionato musicista e violinista presiedette per tanti anni la Società Orchestrale di Milano, dirigendone i concerti con rara maestria.

A Somma era solito trascorrere l’estate presso la sua Villa, già convento eretto dai Visconti, dedicando tempo e risorse alla cosa pubblica. Infatti lo troviamo per molti anni stimato Assessore comunale, presidente della Congregazione di Carità e sempre disponibile nelle iniziative per lo sviluppo ed il benessere della nostra comunità.

Lodovico Melzi è soprattutto conosciuto da noi per la sua “Storia di Somma Lombardo “pubblicato in trecento esemplari nel 1880 e dedicata all’amico Carlo Ermes Visconti marchese di San Vito valente storico e suggeritore di questo lavoro storico/letterario, e distribuita gratuitamente agli amici e alle autorità. Il restante delle copie fu donato all’Asilo Infantile per raccogliere fondi a favore della Pia Istituzione.
L’ispirazione per scrivere questo prezioso libro, l’ebbe dal volumetto di Francesco Campana: “Monumenti di Somma e dei luoghi circostanti”, sprone ad esternare il suo amore ed attaccamento alla Terra di Somma e alla nobile Casata Visconti di San Vito. Con grande passione e competenze si prodigò nelle ricerche presso le biblioteche e gli archivi pubblici e privati, così che dopo alcuni anni, diede ai suoi compaesani ed a noi posteri queste pagine di storia patria.

Nel 1907 il Comune di Somma, su proposta del Consigliere dott. Bellini, gli intitolava una via: quella che per tanti anni era stata la via dei Pozzetti. Ritiratosi a Milano, dopo dolorose vicissitudini fu costretto a vendere la sua villa sommese. Lontano dal borgo adottivo che tanto amò e che per lungo tempo gli offrì gradito soggiorno, morì in Milano il 2 Dicembre 1910.